Ci racconti dei suoi esordi. Come è nata l’idea di voler fare scarpe?

 

Erano gli anni Cinquanta ed ero appena un bambino, 

all’epoca camminare scalzi era più che normale,

dato che le scarpe non potevano permettersele in molti.

o era tra questi. Un giorno decisi che non avrei mai più camminato scalzo,

perché le scarpe le avrei fatte io stesso. Il mio desiderio si è avverato.

 

Quale è stato il momento più difficile della storia

della sua azienda e quale quello che ricorda più volentieri?

 

Il momento più difficile e allo stesso tempo il più bello è stato l’inizio, tra il 1965 – 66.

Il primo anno è stato veramente duro e pieno di prove da superare, ma avevo 22 anni

e la voglia di fare era più forte e più grande dei sacrifici richiesti.

 

Avrà molte storie da raccontare, tra tutti c’è un episodio

che le è rimasto particolarmente impresso?

 

In 48 anni di attività, ce ne sono stati mille di episodi che mi sono rimasti impressi,

e che porto con me, stampati nella mia testa, ma i più belli sono e rimarranno

quelli legati alla nascita dei miei due figli: Emanuele e Cinzia.

 

 

QUALI SONO GLI ASPETTI POSITIVI 

E QUALI I NEGATIVI DI FARE QUESTO LAVORO?

 

Gli aspetti positivi sono tantissimi, tra tutti spicca l’essere tutti i giorni in mezzo ai miei 350 dipendenti,

chiamarli per nome, lavorare ancora al loro fianco e percepire la loro fiducia nei miei confronti.

Agli aspetti negativi non penso mai.

 

 

CHE COSA RIPETE SPESSO AI SUOI FIGLI?

Di essere umili, onesti e rispettare chi lavora con loro.

E soprattutto ricordo loro di dare sempre il meglio di se stessi,

trasmettendo a chi lavora al loro fianco entusiasmo e dedizione.

È così che, io credo, ci si guadagna il rispetto degli altri.

 

Quali sono i sogni che ha realizzato

e quali quelli che vorrebbe ancora realizzare?

 

Ringraziando Dio, i miei sogni li ho realizzati tutti. Ho avuto al mio fianco una moglie fantastica in tutto,

una grande lavoratrice e ho due figli che stanno proseguendo il percorso da me tracciato,

con passione e impegno.

Cosa posso ancora desiderare?

 

 

Che cosa vorrebbe dire ad un giovane imprenditore

che inizia oggi la sua attività?

 

Di avere coraggio, essere pronto ai sacrifici e impegnarsi al massimo.

Oggi i giovani hanno studiato, conoscono le lingue e hanno il mondo a disposizione.

Io tutto questo non l’ho avuto, ma sono arrivato lo stesso.

Sono convinto che il segreto sia ancora crederci fino in fondo.

 

 

IN CHE COSA HA ANCORA FIDUCIA.

In Dio.