Rosso, blu, verde, giallo. Colori, tinte, mondi che racchiudono anni di storia. Una lunghissima storia che comincia in tempi più antichi e arriva ai giorni nostri, incamerando nelle sfumature anni e anni di cambiamenti e rivoluzioni. L’impiego dei colori, infatti, quelli naturali s’intende, ha un passato davvero antico e ha svolto un ruolo importante in molte civiltà. Inizialmente lo si estraeva dalle piante, era la natura a dare la possibilità di aggiungere un tocco in più al bianco e nero. I greci non usavano dei nomi precisi e fissi per indicare i diversi tipi di colore, ma li indentificavano in base alla limpidezza o tenebrosità. Platone, oltre al bianco e al nero, tra i colori primari aggiunge anche il rosso splendente. Il pensiero greco che vedeva i colori divisi tra chiaro e scuro, rimase invariato anche durante il Medioevo. Nel Rinascimento però, Leonardo Da Vinci, continuava a vedere nel bianco e nel nero gli estremi della gamma cromatica, ma iniziò un interessante studio sulla distinzione delle tinte prodotte dalla luce e dalle ombre. Poi Goethe, nell’Ottocento, teorizzò che non era la luce a produrre i colori, ma al contrario essendo “primari”, consistono nell’interazione della luce con il buio.

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Con i colori naturali un tempo si tingevano i filati, si realizzavano cosmetici e si dava una tinta alle pietanze. La modernità negli anni ha cambiato le cose e ha visto la nascita dei colori sintetici. La scoperta del primo colore sintetico sembra sia attribuita a William Henry Perkin, intorno al 1856, per produrre il viola.
La differenza tra le tinte ricavate dalla natura e il colore industriale è molta. La natura non prevede processi chimici nell’estrazione e la composizione del colore è totalmente biodegradabile ed ecocompatibile. Un altro valore aggiunto dei colori naturali è sicuramente la resa: a differenza dei colori chimici penetrano meglio nella fibra, soprattutto in quella di origine animale come la lana e la seta e si fissano meglio. La differenza è immensa e si sente. Indossando un abito, calzando una scarpa tinta con colori naturali il benessere fisico si avverte.

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L’assenza di metalli pesanti evita allergie o particolari fastidi. Per questo, nonostante nel tempo si sia passati all’utilizzo della chimica, oggi si ricerca sempre di più il passato. Il maggior interesse verso il prodotto di origine naturale parte proprio dal consumatore che richiede un cambiamento. Di conseguenza le aziende si adeguano e rendono la produzione più consona alla domanda. Ma come si tingono naturalmente i tessuti? La maggior parte dei procedimenti racchiudono fasi difficoltose e complesse, in molti casi serve, infatti, un mordente che possa fissare le sostanze alle fibre. Per realizzare un buon lavoro vanno seguite delle regole. E’ importante l’utilizzo dell’acqua, quella demineralizzata e piovana darà risultati migliori. Per le fibre tipo canapa, lino e cotone, è utile aggiungere un cucchiaio di carbonato di sodio. E’ importante bagnare il materiale prima di immergerlo nel processo di mordenzatura e poi di tintura, sapendo anche che le fibre di origine animale hanno una maggiore affinità coi colori naturali, rispetto a quelle di origine vegetale. Trucchi per tinteggiare una stoffa rigorosamente naturale che poi può essere utilizzata in molti modi, anche, per esempio, per produrre una scarpa moderna, particolare e originale.