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03/11

SNEAKERS JESSE, HEROES FROM THE PAST #1: JOE DIMAGGIO

Joe DiMaggio, la prima celeberità del Baseball

Where have you gone, Joe Di Maggio? A nation turns its lonely eyes to you.
What’s that you say, Mrs. Robinson? Joltin’ Joe has left and gone away
[ Mrs.Robinson - Simon & Garfunkel, 1968 ]

Avete mai avuto una strofa dedicata in una delle canzoni più famose di sempre ?
No? Ecco Joe DiMaggio delle tante cose fatte in vita (se n’è andato verso più verdi pascoli l’8 Marzo 1999) questa è forse quella che meno ha compreso, probabilmente inferiore solo al repentino addio dell’amatissima moglie Marilyn Monroe.

Per il resto, la storia di Joe è quella perfetta da raccontare sul sogno americano e le famiglie immigrate negli Usa ad inizio ’900.
Un’epoca dove s’incastrano perfettamente anche le nostre Sneakers Jesse, un omaggio non solo ai piedi fatati del mitico Jesse Owens ma a tutti i pionieri del gesto atletico, memorabile ed elegante ma ancora intriso di gesta eroiche.

Intriso di sudore, polvere, erba e terra battuta – gli unici ingredienti che costituivano i campi di qualsiasi sport – simboleggiate dalle sfumature marroni di pelle e camoscio, tenute insieme da tecniche artigiane nate proprio in quegli anni.

Gli stessi dell’arrivo di Giuseppe DiMaggio e Rosalia Mercurio, genitori di Joe, dal piccolo paesino palermitano di Isola delle Femmine alla famigerata Ellis Island, la prima terra toccata da qualsiasi immigrato dopo aver avvistato New York e la Statua della Libertà.

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Appena il tempo di lasciarsi schedare e farsi dare il benvenuto negli Stati Uniti d’America – sì, altri tempi – ed ecco decollare il primo dei sogni dei DiMaggio: California, lavoro di sempre come pescatore, i primi buoni guadagni, cinque figli e l’inizio di una nuova vita.

Tra tutti Giuseppe Paolo (un tributo a San Paolo di Tarso), per chiunque semplicemente “Joe”, è quello che più odia l’odore del pesce: per allontanarsene al più presto accetta qualsiasi altro lavoro, poi incoraggiato dal fratello maggiore Vince si dà al baseball, partendo dalle posizioni difensive più defilate.

L’illuminazione che aveva colpito San Paolo sulla strada di Damasco è poca cosa in confronto a quello che Joe inizia a provare per lo sport più popolare degli States: andare di fronte al lanciatore, sfidarlo con la propria mazza e portare a casa almeno una battuta buona al giorno diventa il nuovo obiettivo quotidiano di Joe, a maggior ragione se la scuola sta diventando rapidamente un lontano ricordo.

Nonostante siano leghe minori, quelle due braccia dal Dna devoto a generazioni di pescatori non passano inosservate: prima Joe si aggiudica il titolo di Miglior Giocatore (Mvp), poi una delle squadre più prestigiose d’America bussa alla sua porta con un contratto da 50mila dollari.

Sono i New York Yankees della MLB, venuti a “rapire” Joe DiMaggio per portarselo sulla East Coast.

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Come si suol dire, il resto è Storia. Joe DiMaggio e la sua pazzesca precisione con una mazza da baseball in mano diventeranno ben presto una delle leggende più raccontate e affascinanti della storia di tutti gli sport, non solo del baseball, con record che resistono ancora oggi.

Dal 1936, anno del debutto nella Major League Baseball, passerà pochissimo prima che la celebrità lo travolga: prima il matrimonio con un’attrice 20enne, Dorothy Arnold, conosciuta sul set di uno dei tanti film che gli verranno proposti durante e dopo la sua carriera. Poi il divorzio nel ’43, durante il suo servizio militare. A poca distanza, sul campo, una Gloria sportiva raggiunta a tempi record, con il logo incrociato dei NY Yankees più splendente che mai grazie all’italoamericano più forte di sempre nel baseball.

E infine, dopo il ritiro nel 1951, la storia più intesa, dolorosa e commentata dai tifosi americani: quella con Marilyn Monroe, conosciuta e sposata nel 1954 ma andatasene (con Marlon Brando…) dopo solo nove mesi di matrimonio, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di Joe. Si racconta che al funerale dell’attrice nel 1962 fu proprio DiMaggio a darle l’ultimo saluto prima della sepoltura, con un “Ti amo” sussurrato tre volte…

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Come dicono dall’altra parte dell’oceano, un personaggio “larger than life”, più grande della vita stessa.
Marito di due attrici famose, amante di tante altre, detentore di record storici, proclamato da più parti uno degli sportivi più grandi di sempre.

Uno che era entrato nel cuore della gente, forse per le umili origini o forse per come batteva forte la palla con la sua mazza, lanciandola in orbita.
Come quando esordì a New York con la maglia degli Yankees e 20mila tifosi sventolarono il tricolore, inneggiando al suo nome.

Solo Giuseppe Paolo DiMaggio, per tutti Joe.
Joltin Joe se n’è andato, e di eroi come lui, cara Mrs.Robinson, non ne rimangono più.

07/08

Fabi Natural Color: la nuova sneaker Fabi limited edition!

Colori, natura e arte si fondono nel nuovo progetto Fabi uomo. L’atto creativo puro e spontaneo di Massimo Baldini, artista, contadino pensatore, nasce dalla sua passione, ereditata dall’ antico mestiere dell’estrazione del colore naturale dalle piante tintoriee. Il suo gesto, nato in uno shooting fotografico di Noris Cocci dedicato all’estrazione dei colori naturali, ha assunto una forma precisa, si è mutato in un oggetto, una cosa, concreta. Una scarpa.
La sua opera istantanea, nata e poi sparita non esiste più; non vi è più una traccia su alcun supporto materiale, che non sia già… altro, altra forma, diverso oggetto (la scarpa). Solo un segno resta dell’esistenza di tale gesto, catturato per sempre dalla fotografia, pronta a fermare l’istante – atto: l’immagine.

La foto è testimone e segno che l’atto creativo è esistito. Per sempre. E lo sarà oltre il tempo, lo spazio, le persone, le cose. Più dell’oggetto stesso. Edizione limitata! La sneaker è disponbile su Fabiboutique.com solo fino ad esaurimento!

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08/06

Fabi Shoes a Firenze per Pitti Uomo

Fabi presenta a Pitti Immagine Uomo la nuova collezione Spring Summer 2019, dedicata al Gentleman “Post-Contemporaneo” abile a mischiare classico e moderno, con outfit sdrammatizzati dal nuovo concetto sporty della scarpa classica.
Colori tradizionali e colori naturali ampliano la palette cromatica, applicati a mano su pregiatissimi pellami che si appoggiano su grintosi fondi in EVA bianchi a contrasto. Nella collezione che scava alle origini del brand fondato a Montegranaro da Elisio Fabi nel 1965, e la reinterpeta con l’animo contemporaneo del figlio Emanuele, le
forme guardano al futuro e le scelte dei materiali strizzano l’occhio anche ai Millennials, con denim e tessuti tecnici per loafers, allacciati e monks.

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Pitti guarda al Pop e Fabi si allinea con una sneaker unique edition che scava negli anni ’80, quando l’Italia trionfava ai mondiali di Spagna disegnati da Mirò e i suoi campioni erano testimonial delle prime scarpe sportive di culto per il tempo libero.

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La “Mundial” è morbidissima, fresca nei colori, così comoda che non la toglieresti mai, poggia su una cassetta costruita, elegantissima con il dettaglio dell’inserto colorato sul tallone.

C’è poi la Jesse. L’iconica sneaker da uomo sceglie morbidi e robusti pellami di cervo declinati in una palette colori fantastica, finissimi e ricchi di charme, con la costruzione reverse, un’antica lavorazione adottata per non mostrare la cucitura esterna e per rendere la calzatura più impermeabile.
Cura e attenzione ai dettagli che rendono la scarpa ancor più preziosa e assolutamente inconfondibile, come la suola in gomma Vibram Gumlite poggiata su un sottile strato di cuoio che avrebbe fatto comodo persino a Jesse Owens, negli anni Trenta.

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Anche l’altissimo di gamma sceglie la costruzione reverse Flex Goodyear. La double monk in canguro inserisce la maxi frangia per dare un tocco di originalità a una scarpa già di grande carattere.

La collezione Must_Eve, il grande successo delle ultime stagioni, con gli iconici che si “trasformano” nelle scarpe ideali in ogni contesto, si amplia con otto nuovi modelli capitanati da un raffinatissimo College bicolore.

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Last but not least, c’è un nuovo morsetto a unire la collezione uomo alla collezione donna che vedremo a Micam e WHITE. Pulizia e rigore per i mocassini “Show The Logo” che scavano negli archivi: elegantissimi, pregiatissimi, irresistibili.

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08/06

BREAKFAST (AND OUTFITS) AT FABI – PARTE 10


I film che hanno segnato la Storia…e gli outfit di FABI – Decimo Episodio

L’immaginario femminile occidentale delle ultime quattro-cinque generazioni è stato segnato per sempre da quella semplice scena in “Colazione da Tiffany”: Audrey Hepburn, semplicemente divina, in quel suo abitino nero senza maniche, lo sguardo addormentato coperto dagli occhialoni neri, il famigerato cornetto sgranocchiato in una mano e il caffè nell’altra, la vetrina più chic della Fifth Avenue…e uno scrittore affascinante da fare innamorare.
Da quel 1961 le camerette delle donne di qualsiasi età continuano a popolarsi di poster, foto e riproduzioni di quel momento iconico, sognando quell’istante, immaginando di vestire e camminare proprio come Lei.

Noi di FABI abbiamo seguito ispirazioni come questa per legare ai nostri outfit alcuni titoli altrettanto memorabili, fantasticando sui personaggi più celebri del Cinema con le nostre creazioni addosso…e perchè no, pure Voi. Seguiteci, in questo decimo episodio di Breakfast (& outfit) at FABI…

WOMEN ONLY 

1) Inspired by “Il Bandito delle 11″ image_52401

Atteggiarsi a diva su una decapottabile in giro per la riviera francese è un sogno che molte anche oggi vorrebbero realizzare, ma attenzione alla compagnia che scegliete: con selvaggi alla Jean Paul Belmondo il viaggio potrebbe diventare molto più complicato del previsto. “Non promettermi mai che mi amerai per sempre. Conoscendoci entrambi, fare promesse così importanti sarebbe sbagliato. Teniamoci piuttosto il sentimento che questo amore tra noi sarà breve ma dolce.”




































_a15ed76a2c73373cb11a17824cb8a5254ed23fd1191464bfe4_pimgpsh_fullsize_distr2) Inspired by “Big Fish”

Quando il Grande Amore ti sembra ormai un’idea archiviata e defunta, prova ad aprire la finestra del primo piano: dal nulla potrebbe apparire proprio Lui, circondato da migliaia di narcisi bianchi e gialli su cui coricarsi insieme e iniziare una grande avventura assieme. “Quella notte Carl incontrò il suo destino ed io il mio, quasi. Dicono che quando uno incontra l’amore della sua vita il tempo si ferma. Ed è vero. Quello che non dicono è che quando il tempo si rimette in moto va a doppia velocità per recuperare.”





































3) Inspired by “Vizio di Forma” _4fb3f616806d44d6901b7c06699b4c6d7a34a6cda33f7b37b6_pimgpsh_fullsize_distr

Gli anni magici della Summer of Love sono ormai alle spalle, ma le atmosfere psichedeliche e un’inedita, inebriante libertà pervadono le strade e le spiagge della West Coast californiana: chiedere aiuto al proprio ex, detective strafatto e lunatico, potrebbe essere l’inattesa via d’uscita dai guai. “Doc non era mai riuscito a capire cosa ci trovasse Shasta in lui, a parte che era praticamente l’unico fra i tossici che conosceva a non farsi di eroina, il che lasciava un sacco di tempo libero per loro due.”





































_a1d32e72de03e3e71d003b31aed47e766820e76ff7b0929794_pimgpsh_fullsize_distr4) Inspired by “La Città Incantata”

Tra spiriti della Natura timidi e gentili (seppur un po’ golosi) ed esseri umani arroganti e avidi è sempre meglio scegliere i primi, trasportati da Mastro Vento e dagli infiniti colori dell’Arcobaleno, in fondo al quale ritrovare se stesse. ”Ogni volta che ci accade qualcosa, quel ricordo ci apparterrà per sempre, anche se non lo ricordiamo più. Basta solo un po’ di tempo per far tornare la memoria.”

16/05

La storia del colore, dall’antichità ad oggi

Rosso, blu, verde, giallo. Colori, tinte, mondi che racchiudono anni di storia. Una lunghissima storia che comincia in tempi più antichi e arriva ai giorni nostri, incamerando nelle sfumature anni e anni di cambiamenti e rivoluzioni. L’impiego dei colori, infatti, quelli naturali s’intende, ha un passato davvero antico e ha svolto un ruolo importante in molte civiltà. Inizialmente lo si estraeva dalle piante, era la natura a dare la possibilità di aggiungere un tocco in più al bianco e nero. I greci non usavano dei nomi precisi e fissi per indicare i diversi tipi di colore, ma li indentificavano in base alla limpidezza o tenebrosità. Platone, oltre al bianco e al nero, tra i colori primari aggiunge anche il rosso splendente. Il pensiero greco che vedeva i colori divisi tra chiaro e scuro, rimase invariato anche durante il Medioevo. Nel Rinascimento però, Leonardo Da Vinci, continuava a vedere nel bianco e nel nero gli estremi della gamma cromatica, ma iniziò un interessante studio sulla distinzione delle tinte prodotte dalla luce e dalle ombre. Poi Goethe, nell’Ottocento, teorizzò che non era la luce a produrre i colori, ma al contrario essendo “primari”, consistono nell’interazione della luce con il buio.

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Con i colori naturali un tempo si tingevano i filati, si realizzavano cosmetici e si dava una tinta alle pietanze. La modernità negli anni ha cambiato le cose e ha visto la nascita dei colori sintetici. La scoperta del primo colore sintetico sembra sia attribuita a William Henry Perkin, intorno al 1856, per produrre il viola.
La differenza tra le tinte ricavate dalla natura e il colore industriale è molta. La natura non prevede processi chimici nell’estrazione e la composizione del colore è totalmente biodegradabile ed ecocompatibile. Un altro valore aggiunto dei colori naturali è sicuramente la resa: a differenza dei colori chimici penetrano meglio nella fibra, soprattutto in quella di origine animale come la lana e la seta e si fissano meglio. La differenza è immensa e si sente. Indossando un abito, calzando una scarpa tinta con colori naturali il benessere fisico si avverte.

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L’assenza di metalli pesanti evita allergie o particolari fastidi. Per questo, nonostante nel tempo si sia passati all’utilizzo della chimica, oggi si ricerca sempre di più il passato. Il maggior interesse verso il prodotto di origine naturale parte proprio dal consumatore che richiede un cambiamento. Di conseguenza le aziende si adeguano e rendono la produzione più consona alla domanda. Ma come si tingono naturalmente i tessuti? La maggior parte dei procedimenti racchiudono fasi difficoltose e complesse, in molti casi serve, infatti, un mordente che possa fissare le sostanze alle fibre. Per realizzare un buon lavoro vanno seguite delle regole. E’ importante l’utilizzo dell’acqua, quella demineralizzata e piovana darà risultati migliori. Per le fibre tipo canapa, lino e cotone, è utile aggiungere un cucchiaio di carbonato di sodio. E’ importante bagnare il materiale prima di immergerlo nel processo di mordenzatura e poi di tintura, sapendo anche che le fibre di origine animale hanno una maggiore affinità coi colori naturali, rispetto a quelle di origine vegetale. Trucchi per tinteggiare una stoffa rigorosamente naturale che poi può essere utilizzata in molti modi, anche, per esempio, per produrre una scarpa moderna, particolare e originale.

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