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26/06

UN APPLAUSO PER RISORGIMARCHE, UN APPLAUSO PER LA NOSTRA TERRA

Quell’applauso spontaneo è stato il momento che ha segnato in maniera indelebile l’apertura di RisorgiMarche. Tutte quelle mani che hanno iniziare a dare il ritmo all’elenco dei luoghi e delle regioni di provenienza delle oltre 2.500 persone sedute sul prato sopra Spelonga, nel territorio del Comune di Arquata del Tronto, hanno strattonato anche la voce di Neri Marcorè, che di RisorgiMarche è l’ideatore e il promotore.

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Non solo marchigiani, quindi, ma decine e decine di toscani, abruzzesi, umbri, molisani e laziali hanno scelto di camminare, di salire lungo quei 5 chilometri di asfalto rovente e quell’ultimo tratto di circa 1.000 di sterrato. Soltanto per un grande abbraccio collettivo.

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Un abbraccio al quale ha dato energia Niccolò Fabi, capace di seminare, con le sue riflessioni sempre profonde e con quelle melodie che non mancano mai di far lievitare lo spirito (arricchite dalle suggestioni dello Gnu Quartet), la consapevolezza di una comunità che può e deve stringersi, oggi con ancora più determinazione.

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Dietro di lui il Vettore, montagna che custodisce insieme il fascino dei Sibillini e quella violenza che tanti morti ha fatto e tanti danni ancora si porta dietro. E non soltanto lungo il suo profilo.

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Ma ieri, nonostante qualche immancabile foto alle macerie tra le frazioni di Faete e Spelonga e ad una Arquata immobile dall’altra parte della vallata, è stata la giornata dei colori. Una moltitudine di colori, in movimento o distesi a terra, appesi ad asciugare ad un filo o stretti in un abbraccio.

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Con il bianco indossato da Niccolò Fabi e Neri Marcorè a regalare un’intimità quanto mai necessaria, nonostante l’imponente colpo d’occhio.

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E poi loro, gli arquatani, per un giorno sotto i riflettori per i sorrisi e per le t-shirt anch’esse colorate. Perché “il coraggio non trema”, come continuano ad imprimere su ogni tessuto e come lo stesso Marcorè sta provando a far comprendere, anche a chi finora ha avuto una percezione solo mediatica di quanto accaduto da quella notte del 24 agosto.

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Ci vuole coraggio ad immaginare un festival in luoghi accessibili soltanto camminando.

Ci vuole coraggio ad immaginare un festival senza palchi.

Ci vuole coraggio ad immaginare un festival con inizio sempre alle ore 16.30.

Ci vuole coraggio ad immaginare un festival guardando in faccia la realtà.

Ieri da parte di Marcorè, Fabi, Gnu Quartet, Tofoni (che cura la produzione artistica), Mazzoni (impegnato con le isole del gusto e lo street food), del sindaco di Arquata e dei suo collaboratori, di ogni membro dello staff organizzativo, ogni singolo volontario dislocato nelle aree stabilite ed ogni spettatore, bambino o adulto, che è salito lassù c’è stata la dimostrazione di uno straordinario coraggio.

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Il coraggio di crederci. Sempre. Nonostante tutto.

ANDREA BRACONI

FOTO DI PAOLA FELICETTI

23/06

SIAMO CON RISORGIMARCHE, SIAMO CON IL CUORE DI QUESTA REGIONE

Dentro al progetto RisorgiMarche, ideato da Neri Marcorè, c’è una filosofia che in casa Fabi abbiamo sposato da tempo: la valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze.

Perché, come rimarcato in tutte le comunicazioni ufficiali del festival, non si tratta soltanto di concerti ad ingresso gratuito (seppure con artisti dal curriculum di altissimo spessore), quanto di momenti di incontro, di passeggiate tra le bellezze dei Sibillini e non solo, di condivisione di spazi naturali e di degustazioni prodotti tipici.

Un festival, come ha spiegato benissimo lo stesso Marcorè, non dei Comuni ma delle comunità marchigiane colpite da una terribile sequenza sismica.

Da lì la scelta di luoghi altamente simbolici, capaci di catturare gli occhi e l’anima delle persone.

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Noi ci saremo, in ognuno dei 13 eventi scelti per questa edizione che, speriamo, possa avere un seguito nei prossimi anni. Di questo, infatti, ha bisogno la nostra Regione: del cuore delle decine di persone che si sono spese per dare forma e sostanza a questa manifestazione, così come delle migliaia (ne siamo certi!) di partecipanti che da domenica 25 giugno a giovedì 3 agosto sceglieranno le Marche. Le nostre Marche. Quelle che possono risorgere soltanto lavorando insieme.

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Ci vediamo in alto, allora, camminando o in bici, ma molto prima dell’orario di inizio dei concerti, fissato per le ore 16.30 per permettere di rientrare con la luce del giorno. Più tempo avremo per condividere queste esperienze, più impareremo a conoscerci e a scegliere la stessa direzione.

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IL PROGRAMMA DI RISORGIMARCHE

Domenica 25 Giugno

NICCOLÒ FABI & GNU QUARTET

Spelonga, Arquata del Tronto (AP)

Venerdì 7 Luglio

MALIKA AYANE

Domus San Bonfilio, Cingoli (MC)

Sabato 8 Luglio

DAIANA LOU

Propezzano, Montegallo (AP)

Domenica 9 Luglio

RON

Pintura di Bolognola, Bolognola (MC)

Mercoledì 12 Luglio

ENRICO RUGGERI

Campolungo, Amandola (FM)

Giovedì 20 Luglio

PAOLA TURCI

Piani di Ragnolo, Fiastra/Sarnano (MC)

Domenica 23 Luglio

BUNGARO

Monte Rocca Colonnalta, San Ginesio (MC)

Martedì 25 Luglio

SAMUELE BERSANI

Pian dell’Elmo, Apiro (MC)

Giovedì 27 Luglio

DANIELE SILVESTRI

Rubbiano, Montefortino (FM)

Domenica 30 Luglio

FIORELLA MANNOIA / LUCA BARBAROSSA

Morro, Camerino (MC)

Lunedì 31 Luglio

BRUNORI SAS

Foce, Montemonaco (AP)

Mercoledì 2 Agosto

MAX GAZZÈ

Altopiano di Montelago, Sefro (MC)

Giovedì 3 Agosto

FRANCESCO DE GREGORI

FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana

GNU QUARTET

Macereto, Pieve Torina/Visso (MC)

16/06

NOI, CHE A ROMA ABBIAMO PORTATO UNA COMUNITÀ

Eravamo rimasti sempre lì. Alle nostre Marche. Una pausa, per riuscire a dare forma a tanti progetti che (dentro e fuori) la rete ci permettono di far conoscere con ancora più incisività questa meravigliosa terra.
In particolare, in questi mesi abbiamo lavorato ad una mostra fotografica sulle zone colpite dal terremoto. Una mostra che si lega a doppio filo al progetto #RIPARTIDAISIBILLINI (del quale vi avevamo già raccontato qui, nato spontaneamente nella metà dell’ottobre 2016 e che nel corso di questi mesi è diventato un contenitore di storie sempre più ampio e variegato.
Fino ad aprire le porte del Palazzo Fabi a Roma, messo a disposizione da un’azienda consapevole dell’importanza di una comunicazione incentrata su persone, luoghi ed eccellenze. Insomma, su quei frammenti di vita che messi insieme formano un’unica comunità.DCIM100GOPROGOPR4340.

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E nel negozio nel cuore della Capitale sono arrivati in tanti, dalle Marche e non solo. Tutti incuriositi dalla presenza di scatti – circa 50, tra colore e bianco e nero – e di prodotti straordinari: i formaggi dell’Azienda Scolastici di Pieve Torina, i salumi di Petacci di Visso, i vini di Coppacchioli Tattini di Cupi e di Dante Duri di Serrapetrona, la composta di mela rosa dei Monti Sibillini de Le Spiazzette di Amandola, l’infuso di fiori di sambuco de Il Gelso di Pievebovigliana (con sede anche a Recanati), i biscotti della Pasticceria Vissana di Visso, il pane di Al Bano Petroselli e gli oli di Stefano Gregori.
La mancanza di confini di #RIPARTIDAISIBILLINI si è manifestata anche nella proiezione di due video, realizzati da persone che si sono affiancate alle tante che avevano iniziato a “camminare” 9 mesi fa: da un lato Gianfranco Mancini, esperto fotografo di Montegranaro che ha realizzato una lunga serie di interviste a produttori, imprenditori e amministratori dei Sibillini; dall’altro Eddy Bucci, un giovane che dopo le scosse di ottobre non ha esitato a raggiungere i luoghi colpiti e a dare il via ad una narrazione fotografica molto suggestiva.
Altri frammenti, insomma. Frammenti vivi e ostinati. Nell’andare. E nel ritornare per cambiare i nostri occhi.

ANDREA BRACONI

FOTO DI DANNY VEROLI

06/06

Sabato a Roma “The Essence of Marche”

Fabi Spa continua il percorso intrapreso con giornalisti, instagramers e bloggers marchigiani e nazionali, tutti
uniti nel raccontare le bellezze dei Sibillini. Con l’inaugurazione di una mostra fotografica collegata al progetto
#RipartidaiSibillini, in programma sabato 10 giugno dalle ore 18 al Palazzo Fabi in via del Babuino 16 a Roma,
l’azienda di Monte San Giusto apre un nuovo capitolo, il terzo in ordine di tempo, di un lungo progetto editoriale
legato alla qualità a tutto tondo, iniziato con FABI|COSEBUONE e proseguito con il progetto editoriale creato col
giornalista Andrea Braconi, La Nostra Terra.
http://www.fabishoes.it/category/la-nostra-terra/

Tartufi (Marnacchia - Amandola)

Tartufi (Marnacchia – Amandola)

“Fabi Spa è da sempre vicino al Territorio in cui opera – spiegano i responsabili dell’azienda -, questo perché l’armonia non è mai fine a se stessa: è necessario che abiti nella comunità che gli è propria, nel territorio che l’ha fatta nascere e l’ha vista crescere. Per Fabi la culla originaria del tendere verso la qualità e la bellezza ha un nome: Marche. Il territorio dove è stato posto il primo seme di un’idea, di quella creatività imprenditoriale che in 52 anni ha rappresentato un sogno diventato poi il fulcro attorno al quale abbiamo aggregato i nostri valori a quelli delle persone che hanno condiviso, e condividono, il nostro cammino”.

Salumi Monterotti (Sarnano)

Salumi Monterotti (Sarnano)

Da qui la scelta di sostenere il progetto #RipartidaiSibillini, scaturito nell’ottobre del 2016 da un media tour che
aveva visto protagonisti giornalisti, bloggers e instagramers locali e nazionali intenti a vivere e raccontare un’area che, a causa del devastante terremoto del 24 agosto, aveva subito un grave contraccolpo in termini di presenze turistiche e prenotazioni.

Ideato dal blogger maceratese Luca Tombesi (raccontidellostomaco.it) e sostenuto da Instagramers Italia, dall’AITB
(Associazione Italiana Travel Blogger), da Confcommercio e Federalberghi Marche, il progetto ha cambiato forma
dopo le scosse del 26 e 30 ottobre 2016. Da quel momento, infatti, molti dei partecipanti al tour hanno iniziato a
raccontare le fasi successive, soprattutto concentrandosi in uno storytelling sulla resistenza di produttori, allevatori e
singoli cittadini che hanno scelto di rimanere a vivere sui Sibillini.

 Calabrò Carni (Visso)

Calabrò Carni (Visso)

Una narrazione costante, che settimana dopo settimana ha trovato visibilità da parte degli organi di informazione, sia
cartacei che online, e che soprattutto attraverso l’organizzazione di esposizioni fotografiche in diverse città (tra queste Fermo, Macerata e Verona, in occasione del Vinitaly) ha permesso di raccogliere fondi per sostenere realtà dei territori colpiti, come il Giardino delle Farfalle di Cessapalombo.

Al gruppo iniziale si sono aggiunti nel tempo professionisti del mondo della fotografia, videomakers, altri giornalisti,
altri bloggers ed instagramers che hanno raccolto e continuano a raccogliere testimonianze e materiale, oggi veicolati
dal portale ripartidaisibillini.it.

Circa 50 le foto che verranno esposte fino al 4 luglio all’interno del Palazzo Fabi e che saranno acquistabili dietro
donazione di 20 euro. Il ricavato verrà utilizzato dagli ideatori di #RipartidaiSibillini per sostenere un nuovo progetto benefico a favore delle popolazioni terremotate.

In occasione della vernice romana di #RipartidaiSibillini – oltre alla presenza di formaggi, salumi, olio, biscotti
e vini di produttori dell’area terremotata – la Fabi accompagnerà l’evento con 6 cocktails abbinati alla collezione
FABI|ESSENZE realizzati in collaborazione con Radiobar Milano e il bartender Marco Dognini e la presenza di un Maestro Artigiano che svelerà i segreti di una buona calzatura fatta a mano.

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Palazzo Fabi

Via del Babuino 16 – 00187 Roma

The Essence of Marche
Sabato 10 Giugno_2017 H18 – 23

22/04

LE PORTE APERTE. I MURI CHE CHIEDONO SCUSA. LE VOCI (E GLI OCCHI) DI UNA MEMORIA

Di memoria si vive. Dalla memoria si trae nutrimento per plasmare il futuro. E le Marche, soprattutto nella loro parte meridionale, possono fregiarsi di aver scritto alcune delle più intense pagine di resistenza civile durante il secondo conflitto mondiale. Pagine che hanno lasciato un’impronta indelebile. Pagine che ancora oggi vengono riaperte, per comprendere e per guardarsi dentro.

Sono tante le storie che, girovagando soprattutto nelle zone interne, si riescono ad ascoltare.

A Montemonaco, ad esempio, a poche ore di cammino dal Monte Sibilla, sopra la frazione di Isola San Biagio, c’è una piccola casa lungo il sentiero del Grande Anello dei Sibillini. Lì, fuggendo da un campo di prigionia, si nascosero nel 1943 quattro soldati britannici, prima di essere accolti e protetti dalla famiglia Buratti, nonostante la presenza di milizie nazifasciste nella zona. Tra i soldati c’era Eric Batteson, che più di 70 anni dopo ha voluto ringraziare quella comunità, duramente colpita dal terremoto, donando una grossa somma di denaro.

E sempre in quell’area, altri ufficiali inglesi furono nascosti sul Monte Amandola dalle famiglie che abitavano a Garulla, così come tante altre esperienze simili possono essere colte fermandosi a chiacchierare con chi, quella memoria, continua ad alimentarla.

C’è poi Servigliano, lungo la valle del fiume Tenna. E c’è soprattutto la Casa della Memoria, un’aula didattica multimediale nata con il recupero della vecchia stazione ferroviaria, situata proprio di fronte ad un campo di prigionia nel quale confluirono, dall’inizio dello scorso secolo, prigionieri di varie nazionalità e, dopo la fine del secondo conflitto mondiale, profughi provenienti dall’Istria, oltre che dalle nostre ex colonie in terra d’Africa.

E quella Casa, che prende il nome dall’associazione che da anni lavora ad un’ampia ed importante raccolta di materiale e testimonianze, rappresenta un faro soprattutto per le nuove generazioni. Un luogo di conoscenza ma anche di incontro, davanti ad un muro che per decenni ha delimitato il campo, comprimendo le esistenze di decine di migliaia di persone, tra polvere e baracche. È rimasto in piedi, quel muro, quasi a voler chiedere scusa per non essere riuscito ad opporsi a così tanta follia. E dietro i suoi mattoni, sopra un prato per troppe volte calpestato silenziosamente, oggi si appoggiano le voci di bambini e famiglie. Voci libere, che inseguono un pallone. Voci che riescono a deflagrare da uno scivolo quasi fossero una sola melodia. Voci che si ritrovano. E soprattutto occhi: occhi che provano a spingersi oltre, senza perdere mai i proprio punti di riferimento.

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ANDREA BRACONI

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