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Archivi Categoria: Storie

19/11

Gli Stellati part. 2

Ristorante “EMILIO”, Fermo (Fm)

Il ristorante apre i suoi battenti nel 1965 proponendosi portabandiera di un ideale fondamentale che caratterizzerà l’intera storia della struttura fino ai giorni nostri, la famiglia.  Sin dall’apertura infatti la gestione del locale è stata in mano ai membri della famiglia del fondatore Emilio, passando di padre in figlio.  Il concetto di famiglia tuttavia non si limita a questo bensì tutto la staff fa in modo che anche i loro clienti mentre gustano le specialità della casa si sentano parte integrante di questa grande famiglia allargata.  Il merito va certamente anche alla presenza nel menù di piatti tipici della cucina marchigiana e fermana che fanno sentire l’ospite a casa propria con un ottimo rapporto quantità/qualità/prezzo.  Le pietanze effettivamente si contraddistinguono per genuinità e semplicità, solo apparente, facendo scoprire al palato dei commensali sapori nuovi frutto di un mix di tradizione casareccia e modernità.

Il creatore e ideatore di questo magico binomio gastronomico è lo chef Danilo Bei, figlio di Emilio Bei, che ha carpito i segreti della cucina della madre, prima chef del ristorante, e li ha saputi rivisitare in chiave innovativa.  La sua specialità sono i piatti di pesce per cui è famosa la struttura, sempre fresco e preparato alla perfezione.

Il ristorante si  trova nella località di Casabianca, frazione di Fermo, un comune ricco di storia, cultura e arte, vanto assoluto della popolazione marchigiana.  La città si presenta oggi divisa in due parti: la parte storica, rimasta quasi intatta nei secoli con il suo splendido aspetto medioevale, ed una parte nuova.  Il cuore della città è la rinascimentale Piazza del Popolo,dove si trova il cinquecentesco Palazzo dei Priori altri edifici di notevole interesse circondano la piazza: il Palazzo degli Studi, che ospita la biblioteca comunale “Spezioli”, tra le più importanti e insigni per consistenza in Italia. Fermo custodisce un preziosissimo teatro storico , il Teatro dell’Aquila, che si colloca tra i più imponenti teatri del Settecento delle Marche. Testimonianza della Fermo romana sono inoltre le cisterne romane, un’opera edilizia ipogea di età augustea (40 d.C.), realizzate allo scopo di accumulare acqua.  La posizione strategica del comune fa in modo che siano raggiungibili in pochi minuti stupende zone costiere quali i litorali dei limitrofi Porto San Giorgio e Porto Sant’Elpidio o concedersi un pomeriggio di shopping nella cosiddetta “area calzaturiera” delle Marche di cui fanno parte i vicini comuni di Montegranaro, Monte Urano e Sant’Elpidio a Mare e dove sono presenti molti negozi e outlet di calzature e abbigliamento.

Per info e prenotazioni :  Tel. +39 0734640365  E-mail:  ristoranteemilio@virgilio.it  Web:  www.ristoranteemilio.it

Ristorante “L’ENOTECA”, Macerata (Mc)

“L’Enoteca Le Case”cerca di fondere la memoria con l’innovazione. Partendo da materie prime di prima qualità, l’elaborazione dei piatti privilegia la ricerca e lo stile, rinnovando il piacere della tavola senza perdere il legame con la tradizione.  Il menù più che ampio e vario comprende piatti di carne, di pesce e vegetariani, proposti alla carta o in degustazioni. La struttura si contraddistingue anche per gli accurati abbinamenti di cibo e vino , compagno fedele e indispensabile per poter creare quel connubio di sapori che esalta le caratteristiche di ciascuno.  La cantina offre pertanto più di 1700 etichette: una scelta dei migliori vini delle Marche, dell’Italia, della Francia e del resto del mondo, per soddisfare qualsiasi appassionato.  Il locale oltre al premio della Guida Michelin 2015, è stato insignito anche dell’ambito premio “Due Forchette 2015” della guida del “Gambero Rosso”.

Il ristorante è sito nella città di Macerata, capoluogo dell’omonima provincia delle Marche, che vanta una Università, tra le più antiche nel mondo,  fondata nel 1290.  Uno dei monumenti più rappresentativi della città è l’Arena Sferisterio di Ireneo Aleandri, splendido esempio di architettura neoclassica che ospita ogni estate una prestigiosa stagione lirica, il Macerata Opera Festival.  Nel cuore della città sorge il settecentesco Palazzo Buonaccorsi , oggi sede delle raccolte di arte antica e moderna e del museo della carrozza. Oltre a questi gioielli architettonici Macerata offre numerose attrattive tra cui la Torre Civica, alta 64 metri, dalla cui terrazza si gode un panorama che spazia dai Monti Sibillini al Mare Adriatico; il settecentesco Teatro Lauro Rossi e Palazzo Ricci, che ospita una collezione d’Arte Italiana del Novecento. Le bellezze maceratesi e le specialità dei suoi ristoranti non sono però l’unico motivo per recarsi nel capoluogo, la città confina infatti con comuni e borghi tra i più belli e caratteristici, tra questi spicca il medievale borgo di Montecassiano, insignito della prestigiosa “Bandiera Arancione” dei Borghi più belli d’Italia. Il comune organizza ogni anno un palio di ispirazione medioevale che attira migliaia di appassionati e curiosi per assistere alle prodezze dei Terzieri. Questo genere di manifestazioni non sono tuttavia rare tra i comuni della provincia maceratese, comuni quali Treia, Pollenza e molte altre improvvisano annualmente un ritorno al passato all’epoca degli amori tra dame e cavalieri spesso causa di spettacolari duelli.

Per info e prenotazioni :  Tel. +39 0733231897  E-mail:  info@ristorantelecase.it   Web:  www.enotecalecase.it

29/10

Gli stellati delle Marche, prima parte

Come ogni anno l’illustre Guida Michelin ha emesso la sua sentenza in merito alla qualità e al prestigio di ristoranti italiani e internazionali conferendo loro le importanti Stelle Michelin. Tra i ristoranti che hanno ricevuto questo ambito premio ne troviamo ben 5 presenti nel territorio marchigiano, a testimonianza di quanto anche la nostra tradizione gastronomica sia qualitativamente importante e riconosciuta a livello mondiale.

Tra le strutture “stellate”del 2015 abbiamo:

Ristorante “ANDREINA”, Loreto (An)

Nella piccola casa colonica, che ospita da oltre 50 anni “Andreina”, il ristorante si articola su tre sale, con un piacevole giardino estivo. Il nome della struttura deve la sua origine alla fondatrice, un omaggio che ancora oggi le viene reso grazie alla gestione rimasta all’interno della famiglia. Dall’originale trattoria di cacciagione e specialità della tradizione marchigiana, il ristorante “Andreina” si è trasformato in un piccolo eden dove regna incontrastato un mix di sapori antichi e creatività moderna, che anche quest’anno è rientrato tra i primi posti dei migliori ristoranti 2015 della guida “Gambero Rosso”.

Fautore e promotore di questa “modernizzazione culinaria” è lo chef nonché nipote della fondatrice, Errico Recanati, il più giovane chef marchigiano ad essere mai stato insignito della Stella dalla Guida Michelin, la prima ricevuta nel 2012 e poi riconfermata anche negli anni successivi. Nel suo curriculum spiccano varie esperienze di perfezionamento nei più importanti ristoranti italiani e varie partecipazioni a eventi e mostre enogastronomiche internazionali in qualità di chef promotore della diffusione della cucina marchigiana e italiana nel mondo.

Il ristorante è sito nella ben nota città di Loreto sede della Santa Casa della Madonna di Loreto. La città è ogni anno mèta di pellegrinaggi provenienti da tutto il mondo. La sua bellezza a livello architettonico e spirituale è incommensurabile. Ma a soli pochi chilometri da questa perla marchigiana si trovano luoghi non di minor bellezza.

Tra questi vi consigliamo vivamente di fare una gita a Recanati, città natìa del celebre poeta Giacomo Leopardi, dove è possibile visitare i luoghi che hanno ispirato i suoi più celebri scritti, come il magico “colle dell’Infinito”, e dove sono state girate le scene più importanti del film di recente uscita “Il Giovane Favoloso”, in cui è raccontata proprio la vita del giovane scrittore recanatese e i luoghi che hanno fatto da musa e sfondo alla sua infanzia e adolescenza.

Per gli appassionati del mare quale miglior posto per una bella passeggiata post-pranzo, dei sentieri del Monte Conero da cui è possibile scorgere scenari panoramici mozzafiato e, perché no, farsi un tuffo nelle acque cristalline delle spiagge di Portonovo o Mezzavalle.

Per info e prenotazioni: Tel. +39 071970124 E-mail: info@ristoranteandreina.it Web: www.andreina.it

Ristorante “Uliassi”, Senigallia (An)

La storia del ristorante “Uliassi” , che vanta la doppia stella Michelin, comincia con un babbo, Franco Uliassi contadino, ma che il contadino non voleva fare e dopo aver provato diverse carriere lavorative, tenta la strada della ristorazione comprando ed aprendo un bar insieme alla moglie divenuto poi nel 1990 il ristorante che ora conosciamo.

Ha così inizio la lunga storia del leggendario stabilimento sito nel lungomare senigalliese, anche quest’anno insignito dell’ambito premio Michelin, e ora gestito dallo chef Mauro e dalla sorella Catia Uliassi. Il sopracitato chef “stellare” dopo un iniziale rifiuto a proseguire l’attività paterna ha dedicato anima e cuore nell’impresa di accrescere il prestigio e la qualità delle pietanze offerte, provando un immenso piacere nell’allietare il palato dei suoi clienti. La cucina di Uliassi,elaborata ed estrosa, è imperniata soprattutto su straordinari sapori di pesce, data l’estrema vicinanza al mare, ma offre anche un’ampia varietà di carne e selvaggina.

Mauro Uliassi rientra anche nell’olimpo degli chef tri-stellati. Conquista le Tre forchette del Gambero Rosso e rientra nella prestigiosa guida.

Il ristorante non è però l’unico motivo per cui venire a Senigallia, la città offre infatti molte attrattive per tutti i gusti. Famosa per la sua spiaggia di velluto e per il suo lungomare con la rinomata Rotonda, Senigallia offre al turista bellezze da ammirare anche nel periodo invernale. Da visitare assolutamente è il suo centro storico caratterizzato dalla Rocca Roveresca ultimata nel 1480 da Baccio Pontelli, dal Palazzo Mastai Ferretti, casa natale del Pontefice Pio IX, dal Duomo e dai Portici Ercolani.

La costa adriatica annovera molte “perle dell’Adriatico”, vicino Senigallia si trova l’affascinante Fano, l’antica e nobile Fanum Fortunae, fu un importante centro sacro romano dedicato alla dea Fortuna che vanta numerosi monumenti d’epoca augustea, come l’Arco di Augusto, porta dell’antica Via Flaminia. Di più recente origine sono invece la monumentale Corte, del periodo malatestiano, e la cinquecentesca Fontana della Fortuna situata nel centro della città. Fano offre inoltre anche luoghi di meditazione e spiritualità come l’Eremo di Monte Giove.


Per info e prenotazioni : Tel. 
+39 07165463  E-mail:  info@uliassi.it Web: www.uliassi.it

Ristorante “MADONNINA DEL PESCATORE”, Marzocca (An)

Davanti il mare e l’interminabile spiaggia, dietro le colline accoglienti e verdi, nei dintorni città e paesi ricchi di arte e di storia; incastonato nella splendida cornice marchigiana, protetto da una stele devozionale ancora fortemente venerata da chi vive grazie al mare, e da cui prende il nome, si trova la Madonnina del Pescatore. Pronta ad accogliervi per farvi gustare gli straordinari ed innovativi piatti dello chef – patron Moreno. La cucina è incentrata per lo più sul pesce ed abbina la fantasia con la capacità di fondere le materie prime. Non perdetevi il Susci, la Costoletta di rombo, la prima colazione.

Moreno Cedroni è lo chef a 2 stelle Michelin che aprì appena ventenne il ristorante La Madonnina del Pescatore a Senigallia (nominato dal Wall Street Journal tra i primi dieci ristoranti europei di pesce del 2011).

Inoltre, il ristorante è insignito dell’illustre riconoscimento delle Tre Forchette del Gambero Rosso, una tra le più autorevoli voci enogastronomiche nazionali. La sua innovazione e specialità consiste nel Susci, ovvero un modo innovativo di reinterpretare il pesce crudo, che partì come imitazione dell’idea tradizionale del sushi giapponese per diventare, più tardi, un vero e proprio studio indipendente che ha portato all’apertura in diverse città marchigiane e italiane di “Susci Bar”.

La località di Marzocca si trova nei pressi di Senigallia, quale naturale prolungamento del suo arenile, caratterizzata da una spiaggia prevalentemente sassosa. L’offerta turistica della costa senigalliese è ricca di eventi e manifestazioni che vengono organizzate per tutta l’estate: dai classici spettacoli pirotecnici sul mare, alla folkloristica “Fiera di Sant’ Agostino” che anima il centro storico di Senigallia negli ultimi giorni di agosto, portando in città più di 500 espositori. Imperdibile è l’appuntamento con il “Summer Jamboree” , il festival internazionale dedicato alla musica e alla cultura dell’America degli anni ’40 e ’50 con una settimana di concerti delle band più note del genere, un fantastico mercatino vintage e sfilate di moto ed auto datate anni ’40-’50. 

Per info e prenotazioni : Tel. +39 071698267  E-mail:  info@madonninadelpescatore.it Web: www.morenocedroni.it

Grazie alla Regione Marche per i contributo fotografico

28/10

Itinerario dei prodotti DOP

La storia dei formaggi è secolare e suggestiva quanto quella della pastorizia. Da fonti antichissime si apprende che i formaggi tipici marchigiani erano molto apprezzati già nel passato. Celebre è la casciotta di Urbino (PU), uno dei formaggi  più rinomati delle Marche. Le sue origini risalgono al 1500 e aveva tra i suoi estimatori il grande Michelangelo. E’ prodotto con latte di pecora e di vacca, con aggiunta di lieviti e di caglio. Le forme, del peso di circa 800 grammi, una volta poste in cassoni di legno dove viene immesso vapore alla temperatura di 90°, sono immerse nella salamoia e lasciate per circa un mese in speciali locali di conservazione, a temperatura e umidità controllate. Un altro formaggio che ha ottenuto il riconoscimento DOP è il Formaggio di Fossa di Sogliano di tradizione antichissima nato in epoca medievale. Un prodotto decisamente eccellente proveniente dalla terra marchigiana è l’olio, la cui coltivazione collegata alla molitura delle olive nella regione ha origini antichissime. Troviamo menzione dell’olio di oliva a partire dal 1228 quando, alle navi marchigiane che dovevano approdare sul Po, era richiesto un pedaggio consistente in venticinque libbre di olio. Anche i veneziani erano grandi estimatori dell’ “olio della Marca”, che rivendevano ad un prezzo superiore in virtù dell’aroma e del sapore.

Ancora oggi nelle Marche, grazie a 7.200 ettari di oliveto specializzato e ad una produzione di 45.000 quintali, viene prodotto un olio extra vergine di oliva di grandi qualità organolettiche. La qualità e la tipicità dell’olio marchigiano sono il frutto della combinazione di vari fattori: la base varietale utilizzata, che unisce al Frantoio e al Leccino alcune varietà locali, il particolare ambiente pedoclimatico marchigiano, le antiche tecniche agronomiche e la tradizione frantoiana che vede coesistere le realtà produttive più all’avanguardia con gli impianti che effettuano la frangitura con molazze e l’estrazione a pressione. L’olio tipico marchigiano è caratterizzato da un fruttato medio, dal gusto equilibrato con note di amaro e piccante.

Tra le varietà autoctone vanno ricordate la Coroncina, il Piantone di Falerone, il Piantone di Mogliano, il Sargano di Fermo, l’Orbetana, la Mignola, la Carboncella, la Raggia, la Raggiola e l’Olio Extravergine di Cartoceto, che è stato insignito della DOP.

La qualità dell’olio è inscindibilmente legata all’oliva. Molto pregiata è l’ oliva tenera ascolana, che è unanimemente ritenuta la migliore oliva verde da tavola. Il suo habitat naturale è vicino ad Ascoli Piceno. Nel mondo è nota, oltre che in salamoia, nella versione farcita e fritta “all’ascolana”.

Il prosciutto, uno degli elementi più pregiati del maiale, viene prodotto in tutte le Marche dove, di area in area, la razza dell’animale, il suo peso e la sua alimentazione ne determinano i parametri qualitativi. Il prosciutto di Carpegna, prodotto con cosci selezionati e con scrupolosa salatura, è uno degli insaccati più famosi e richiesti sia in Italia che all’estero, anche grazie al riconoscimento europeo DOP arrivato nel 2006. A questo prodotto, è dedicata la Festa del Prosciutto che torna come ogni anno nel mese di luglio (dal 17 al 19 luglio 2015) e allieta i visitatori con musica e spettacoli.

Per finire e non da ultimo, meritano di essere menzionati i Salamini Italiani alla Cacciatora, prodotti con carni magre di suino, grasso suino duro, sale, pepe a pezzi e/o macinato, aglio, oggi diffusi e apprezzati in tutto il mondo.

Grazie alla Regione Marche per i contributo fotografico

01/10

Itinerario Slow Food

In tutta Italia dal 1998 esistono i Presidi Slow Food e le Marche ne contano ben sei. Il progetto, oggi seguito da migliaia di persone, è nato per preservare razze animali, specie vegetali, prodotti quali i formaggi, il pane e i salumi a rischio di estinzione a causa delle tecniche di agricoltura, industria alimentare e commercio di tipo massivo. Tra i Presidi Slow Food nelle Marche va ricordato quello della Cicerchia di Serra Dei Conti (AN), borgo medievale che custodisce da secoli questo legume legato ad un’antichissima tradizione alimentare contadina. Questo legume, notoriamente considerato povero, viene celebrato con la Festa della Cicerchia come elemento fondamentale che per secoli ha fatto parte della cultura alimentare della zona: si riscoprono i sapori della memoria che così vengono mantenuti vivi, si promuovono i prodotti tipici di qualità e si salvaguardano dall’estinzione realtà produttive minori.
Un altro presidio è quello del Lonzino di fico, un dolce tipico della provincia di Ancona composto da fichi essiccati, amalgamati agli altri ingredienti della tradizione povera contadina: mandorle, piccoli pezzi di noce e semi di anice stellato. Nella stessa provincia, va menzionato il Mosciolo Selvatico di Portonovo che ha permesso di tutelare nel tratto di costa che va da Pietralacroce fino a Sirolo e Numana, una particolare tipologia di cozze, minacciata negli anni Settanta dalla pesca selvaggia. Sui Monti Sibillini invece, si trovano oggi le Mele Rosa, una varietà tradizionale di tutta l’area pedemontana dell’Italia centrale che in origine costituiva parte del frutteto familiare, custodito gelosamente dagli abitanti della zona e il Pecorino dei Monti Sibillini che conserva le tradizioni della civiltà pastorale. Vasta è infatti la gamma dei pecorini che caratterizzano tutte le zone montane. Nei pecorini di montagna il caglio viene aromatizzato con maggiorana, serpillo, germogli di rovo, chiodi di garofano, noce moscata, pepe, olio, rosso d’uovo e pecorino grattugiato. L’impasto viene poi sciolto nel latte e, con il calore del fuoco, ne nasce una pasta compatta e paglierina da consumarsi fresca e stagionata. Nel nord della regione è possibile trovare ancora il pecorino conservato in botti di rovere, dove viene lasciato per tre mesi e avvolto in foglie di noce o, in alternativa, disposto a strati insieme ad erbe aromatiche o vinacce. Sempre nell’entroterra, il Salame di Fabriano è conosciuto in tutto il mondo, citato persino da Giuseppe Garibaldi in una lettera manoscritta e dallo storico Oreste Marcovaldi nel 1877, che descrive come questo salame sia ottenuto con un procedimento particolare, ovvero macinando la parte più pregiata del maiale: il prosciutto. Insomma, un salame nobile che è un elemento importante per l’identità del paese, Fabriano (AN), da sempre attento alle proprie tradizioni. Questa città infatti, dedica al prodotto di punta la Sagra del Salame, che si tiene ogni anno a dicembre e alla manifestazione prendono parte produttori associati del Consorzio del Salame di Fabriano; inoltre sono presenti produttori artigiani e piccole realtà commerciali accuratamente selezionate da Slow Food su tutto il territorio nazionale.

30/07

I grandi prodotti del territorio

La Regione Marche è caratterizzata da sei prodotti di eccellenza che hanno ottenuto il riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta). Tale riconoscimento, ha un valore di straordinaria importanza poiché si traduce nella tutela a livello europeo e mondiale e testimonia la qualità, l’identità e la tradizione del prodotto e del territorio da cui esso proviene.
Iniziando dai primi piatti, vanno menzionati i famosi Maccheroncini di Campofilone (FM), i quali si distinguono dalle altre paste alimentari perché sono ricchi di Omega3 e vitamine. Campofilone, piccolo paesino situato nelle colline ascolane è famoso per i Maccheroncini, i quali vengono celebrati ormai dal 1964 in una sagra che si svolge ogni anno nella prima settimana di agosto.
Le Marche sono anche una regione dal forte profilo rurale e la storia dei salumi marchigiani è legata alla famiglia mezzadrile, che usava per alimentarsi quasi tutte le parti del maiale. L’uso di non sprecare alcuna parte e l’esigenza di utilizzare al massimo anche il lardo hanno dato vita ad uno dei salumi più tipici: il Ciauscolo. Nel Ciauscolo, diffuso soprattutto a Visso e nel maceratese e iscritto nel registro comunitario delle indicazioni geografiche protette (IGP), il lardo viene macinato e amalgamato alla carne con la quale forma una pasta omogenea e spalmabile sul pane. Tra le sue varianti, la più originale è il ciauscolo di fegato, nel quale l’impasto principale è realizzato con fegato di maiale, carne e grasso in misura molto limitata.
Nell’altopiano di Castelluccio per una superficie complessiva di circa 20 Kmq. ricadente per la parte del Pian Grande e del Pian piccolo nel comune di Norcia e per la parte del Pian Perduto nel comune di Castelsantangelo su Nera (MC) con altitudine media di 1400 m. s.l.m viene coltivata la Lenticchia di Castelluccio di Norcia, la quale si presenta al consumo con colore variegato che va dal verde screziato al marroncino chiaro, con presenza di semi tigrati. La zona di produzione ricade integralmente nel Parco nazionale dei Monti Sibillini.
Altri prodotti riconosciuti con il marchio IGP sono la Mortadella Bologna, prodotto di salumeria realizzato con carne di puro suino, finemente triturata, mescolata con lardo, leggermente aromatizzata con spezie, insaccata e cotta; il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale rappresentato dai bovini della storica razza marchigiana e infine l’Agnello del Centro d’Italia, ottenuto da una popolazione di ovini storicamente presente in questo areale, ad attitudine indifferenziata, detta genericamente “appenninica” e dalla quale si sono ottenute le attuali razze locali che danno origine ad un agnello da carne di ottima qualità.

si ringrazia la Regione Marche

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