Ex insegnante, Stefano si diverte a spalancare agli occhi dei visitatori ogni angolo del territorio di Monteleone di Fermo, in modo particolare le aree dove insistono questi suggestivi punti di fuoriuscita, sia quelli già noti, sia quelli scoperti di recente.

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“È un fenomeno geologico che mi ha sempre incuriosito”, mi spiega mentre batte sul terreno. “Ultimamente si è discusso molto della loro correlazione con il terremoto, soprattutto dopo quanto avvenuto il 18 gennaio e la successiva fuoriuscita di fango nella zona di Santa Vittoria in Matenano. Sicuramente, le scosse facilitano questa situazione, ma alla stessa stregua dell’azione dell’acqua o della pressione interna delle sacche”.

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Resta la suggestione, chilometro dopo chilometro, dei mutamenti lungo il fiume Ete Vivo, a volte persino dentro lo stesso letto. Macchie, flussi e accumuli che se visti con una scala visiva diversa richiamano canyon e insenature ad altre latitudini. Ma è proprio la dimensione ridotta il valore aggiunto di questo patrimonio scientifico, geologico e naturale, è nella sua piena fruibilità che si amplifica il richiamo ad una passeggiata che di ordinario non ha nulla.

Ma Stefano è anche capace di farti rialzare lo sguardo, di indicarti – sempre con quel suo inseparabile bastone – la raffinata dolcezza di un colle, il perfetto restauro di un casolare abbandonato (e acquistato da qualche facoltoso turista d’oltreoceano), i profili dei borghi limitrofi. E la luce, al limite della perfezione, che si adagia sul centro storico di Monteleone.

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E ti accompagna, con una competenza rara, dentro la Madonna della Misericordia, una chiesa romanica del XV secolo che custodisce opere di scuola crivellesca, come davanti a punti imprescindibili quali la torre civica o la sede comunale. Proprio lì, dove fino al 16 aprile, resteranno in mostra le opere di artisti e fotografi marchigiani, capitanati dalla pittrice maceratese Letizia Ciccarelli. Un’esposizione, “Incrollabili”, che da il senso di quella resistenza umana e storica che negli ultimi mesi contraddistingue sempre di più questa regione.

È l’ora del tramonto e Monteleone di Fermo regala una magia che ipnotizza sguardo e voce. Una magia che vi invito a respirare, magari in occasione delle Giornate del FAI di Primavera che, sabato 25 e domenica 26 marzo, toccheranno proprio questo prezioso scrigno. E per qualsiasi aiuto, mettevi alla ricerca di un bastone sporco di fango.

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ANDREA BRACONI