Mi chiamo William Shakespeare – forse mi conoscete – e…non ho mai visitato la bella Verona.
Sì certo, la mia “Tragedia eccellentissima e lamentevolissima di Romeo e Giulietta”, il titolo completo di una delle mie opere più riuscite, è stata ambientata proprio in questa città. Ma non ho mai avuto l’onore e il piacere di poterla ammirare.
Parlarne e scriverne è quindi come continuare a scoprirla, continuare ad innamorarmi.
Proprio per questo motivo, spronato dall’istinto e dall’imperdibile occasione del #Vinitaly2017, finalmente “son venuto giù” – come dicono da queste parti - e nelle prossime brevi righe quel che ho omesso nei miei lunghi mesi di ricerca per il dramma tra Montecchi e Capuleti potrò svelarlo, lodando quella che da sempre mi è parsa essere la prima vera grande passione dei veronesi, ancor più dell’Amore.

Il bere.

Questo rituale alcolico, solo apparentemente pagano, assume i contorni sacri della cerimonia religiosa nei gesti ripetuti dagli abitanti di quella che da tempo considero una delle città più affascinanti del mondo occidentale.
Il rito però non sarebbe tale, se il momento della consacrazione del calice non fosse circondato da una scenografia all’altezza, capace di sublimare gli armoniosi sapori che i fecondi vigneti di queste zone regalano al termine dell’antica liturgia della Vendemmia.

Verona è unica, è una gioia per tutti i nostri sensi a qualsiasi ora del giorno e della notte, tra le mura merlate del castello, il lungadige, le architetture romane… Seguitemi, cercheremo di conoscere più da vicino questi rituali così inebrianti per corpo e spirito, con le istantanee dei posti più simbolici dove deliziare il palato con alcuni dei vini più buoni del regno umano.

Perchè alla fine aveva ragione il buon Nietzsche: è giusto fare attenzione nella vita, e “fidarsi solo dei pensieri che son nati all’aria aperta e in movimento – che sono una festa anche per i muscoli.” Buon proseguimento, my dear friends

DCIM100GOPROGOPR2876.Verona al tramonto, in qualsiasi mese dell’anno, è uno spettacolo. E il più classico degli spettacoli è quello visibile dal piazzale di Castel San Pietro, sopra la piccola collina omonima che sovrasta la città salendo le scale di pietra dalle rive del mite Adige. Classico come il più buono dei vini di queste lande, l’Amarone della Valpolicella con cui brindare al sole che s’addormenta…IMG_6705IMG_6717

Ah, l’Arena…il simbolo della Gloria eterna di Verona, l’anfiteatro romano per eccellenza la cui magnificenza rende legittima qualsiasi passeggiata senz’altro motivo che il puro contemplare, accompagnati da un vino veronese nobile e fiero, un bel bianco di Custoza all’ingresso di Piazza BràIMG_6693

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Via Mazzini è la più famosa tra le strade veronesi, arteria principale del flusso umano, della sua allegria e della sua follia che scorrono tra l’Arena e Piazza delle Erbe: “La follia, mio signore, come il sole se ne va passeggiando per il mondo, e non c’è luogo dove non risplenda.” scrissi un tempo ne La bisbetica domata, pensando a queste atmosfere così vivaci, così piene di vita!

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Le bancarelle del mercatino rendono Piazza delle Erbe uno di quei rari luoghi dove torna semplice e naturale il fantasticare, viaggiando tra le diverse epoche fino a quando la più antica delle piazze veronesi era il fulcro delle attività del centro storico…chissà se anche all’epoca era terra d’aperitivi: di sicuro lo è oggi, e io ne approfitto sollevando solenne un prezioso calice di Lugana di Peschiera del Garda…

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Dagli archi di Via Sottoriva ai merli di Castelvecchio i posti dove perdersi e ritrovarsi sono infiniti e spesso magici, soffermandosi sul percorso per un sorseggio di delicato Bardolino o del più rosso dei Valpolicella, il Ripasso color rubino. All’aperto, sulle mura del lungadige, respirando l’aria primaverile: come già dissi nel Riccardo II “tutti i luoghi che l’occhio del Cielo vede, sono pel saggio porti di salvezza e asili di felicità.”

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In tutta onestà non credo sia un caso che il ponte più bello di Verona sia anche quello storicamente più importante per la città: Ponte Pietra, l’ultimo rimasto dell’epoca romana, allora così come oggi collega la parte “romana” di Verona con quella scaligera, separate dal fiume Adige…e in tutta questa bellezza, non ho ancora deciso se sia più bello passeggiarvi sopra o ammirarlo da una delle due rive…

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Casa di Giulietta
Beh, non poteva che finire così…sotto il balcone della mia Giulietta Capuleti, in Via Cappello 23 poco distante da Via Mazzini…purtroppo deturpata da scritte di poveri di cuore, la casa custodisce però ancora intatto il fascino dell’Amore perfetto e tragico che con tanta passione mi son trovato a narrare. Non vorrei sembrar troppo romantico, ma assaporare in prossimità di questo luogo senza tempo del dolce Recioto di Soave con la propria amata non deve essere proprio malvagia, come idea…

“Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore.”

Autocitandomi dunque vi lascio, amici…Addio, o se meglio preferite, arrivederci.

Vostro, 
William Shakespeare

 
A cura di

Michele Pettene

Con un ringraziamento per i contributi fotografici a

Benedetta Cammelli

Alba Ndoja

Maria Pettene