“Credevamo di cambiare il mondo, invece è stato il mondo a cambiare noi.”

02 Agosto 2017, un Mercoledì dal sapore amarcord

Suite #34 – Hotel ME Milan Il Duca, piazza della Repubblica 13

Ore 18.50.
Sono seduta sul ciglio del letto.
In mano ho una busta da lettere senza nessun indirizzo. Nessun mittente.
Solo un “A Silvia” scritto a mano. Un bel corsivo, elegante.
La apro e il cuore mi balza in gola.
Un profumo inconfondibile ha fatto capolino dai bordi ora aperti.
Il legno umido, l’uva, il sole a seccare la terra.
Dalla busta cade un ciondolo, metà luna e metà stella.
Sopraffatta dai ricordi mi lascio cadere sul cuscino, volando.
Il liceo artistico. Le colonne di San Lorenzo. L’estate dell’89. La felicità.
“Radio RoofTop Bar. Ore 22. A dopo.” È l’unica cosa che c’è scritta dentro.

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Ore 19.
Continuo a vagare per la stanza. Volevo la #34 ma è già occupata.
Sono nervoso. Succede solo quando non riesco a controllare le emozioni.
La mia mano destra sta sventolando una busta che recita “A Simone”. La calligrafia mi è famigliare.
Ma non riesco a capire chi potrebbe averla scritta.

I primi secondi dopo averla aperta il mondo ha smesso di girare.
Dalla busta sono usciti aromi della mia – della nostra! – adolescenza.
Agrumi. Rosmarino. Del vecchio Gin. E una piccola chiave.
Chiunque sia, mi conosce da tanto tempo.
Da quando andavamo alla “Sacrestia”, locale di culto sui Navigli. Dai tempi delle scorribande sulla balera. Da quel 1989 storico per tutti.
Un foglio quasi completamente bianco m’invita ad andare al Radio RoofTop Bar alle 22.
Sono indeciso, non sempre è un bene resuscitare il Passato.

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Ore 19.10.
“A Federico”. Nient’altro. Ma così non vale!
Eddalla qualche informazione no?! E invece no.
Solo uno stupido appuntamento al Radio RoofTop Bar.
Perchè mi tremano le mani?
È solo un giochetto. Qualcuno che mi prende in giro. Non solo la frase che ripetevo come un mantra quando ero giovane. No. Anche il profumo di quell’estate. Il ginepro. Il muschio sui muretti.
Quel bacio in Via Brera. La chitarra di Simo. I canti e i balli e l’amore perduto.
“Quando si rischia la vita con qualcuno ci rimani sempre attaccato come se il pericolo non fosse passato mai.”
Devo uscire da questa stanza. Che ore sono??

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È stato Stefano a chiedermi di distribuire le buste.
Si è presentato oggi pomeriggio al Radio RoofTop Bar con una piccola boccetta di profumo artigianale.
Si è presentato solo con il nome e mi ha detto con cortesia di mettere un po’ di fragranza in ciascuna lettera.
Di richiuderle e consegnarle in tre suite precise.

Poi mi ha chiesto un piacere strano. Usare il profumo per creare un cocktail che lo ricordasse.
Sarebbe servito per l’incontro di questa sera.
“Un incontro dal sapore amarcord” mi ha detto.
Ho cercato di fare del mio meglio, ho aggiunto delle erbe aromatiche, del succo di limone. Del buon Porto. E ora sono quasi le dieci.

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Li vedo salire, uno dopo l’altro.
Eccoli incontrarsi, basiti ed increduli, sulla terrazza con vista su Porta Nuova. Le stelle alte in cielo.
Simone, un uomo sovrappeso, alto, dallo sguardo intelligente e la barba incolta, dopo pochi secondi di titubanza abbraccia forte Federico. Sportivo, in camicia e già sudatissimo.
Li osservo da lontano, Stefano sta per arrivare anche se loro ancora non lo sanno.

Silvia è un po’ imbarazzata, tenera ed esile nel suo impaccio. Ma l’incrocio di sguardi con Federico racconta tante cose che solo loro sanno.
E l’abbraccio che li unisce è lungo, sussurrato, dolce.
Quello con Simone è diverso, ma altrettanto emozionante. Stretto, vigoroso, la testa sulla spalla. Gli occhi chiusi e le labbra sorridenti.
Vincono i gesti, più che le parole. Ci si bacia, ci si abbraccia, ci si sfiora.
Poi è il turno di Stefano.

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“Ben ritrovati, amici miei!”
I tre si girano all’unisono, gli occhi sgranati dalla sorpresa e dalla gioia.
Stefano mi aveva preparato a tutto, parlandomi della loro grande amicizia. Delle diverse strade prese con l’università. Di un’estate indimenticabile. E del profumo dei loro ricordi.
Mi avvicino con quattro cocktails gemelli.
Bicchieri di vetro forti, particolari, pieni di ghiaccio e degli ingredienti che li avevano uniti.
Stefano osserva il suo drink, abbracciando Federico.
“Mi mancavate, sapete?”
Silvia ride e piange. Simone inizia a farle domande a raffica. Federico ascolta e sorride.

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Stefano li lascia sfogare, si lancia in aneddoti sepolti dalle sabbie del Tempo scatenando la girandola sfavillante, malinconica e soave delle loro memorie collettive. Dell’estate magica dell’89.
Poi alza in alto il bicchiere.
“Ma adesso a Noi, come si diceva ai bei tempi!”

A Voi, cari amici.
Sperando che il #34 vi aiuti a rispondere alla Domanda che da sempre mi tormenta: “Vincerà l’amicizia o l’amore? Sceglieremo di essere onesti o felici?”
Fatemi sapere…e intanto buonanotte e buona fortuna.
Marco Dognini, bartender.

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“Fabi Essence #34 – AMARCORD” narrated by Michele Pettene

Quotes from “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola