Eravamo rimasti sempre lì. Alle nostre Marche. Una pausa, per riuscire a dare forma a tanti progetti che (dentro e fuori) la rete ci permettono di far conoscere con ancora più incisività questa meravigliosa terra.
In particolare, in questi mesi abbiamo lavorato ad una mostra fotografica sulle zone colpite dal terremoto. Una mostra che si lega a doppio filo al progetto #RIPARTIDAISIBILLINI (del quale vi avevamo già raccontato qui, nato spontaneamente nella metà dell’ottobre 2016 e che nel corso di questi mesi è diventato un contenitore di storie sempre più ampio e variegato.
Fino ad aprire le porte del Palazzo Fabi a Roma, messo a disposizione da un’azienda consapevole dell’importanza di una comunicazione incentrata su persone, luoghi ed eccellenze. Insomma, su quei frammenti di vita che messi insieme formano un’unica comunità.DCIM100GOPROGOPR4340.

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E nel negozio nel cuore della Capitale sono arrivati in tanti, dalle Marche e non solo. Tutti incuriositi dalla presenza di scatti – circa 50, tra colore e bianco e nero – e di prodotti straordinari: i formaggi dell’Azienda Scolastici di Pieve Torina, i salumi di Petacci di Visso, i vini di Coppacchioli Tattini di Cupi e di Dante Duri di Serrapetrona, la composta di mela rosa dei Monti Sibillini de Le Spiazzette di Amandola, l’infuso di fiori di sambuco de Il Gelso di Pievebovigliana (con sede anche a Recanati), i biscotti della Pasticceria Vissana di Visso, il pane di Al Bano Petroselli e gli oli di Stefano Gregori.
La mancanza di confini di #RIPARTIDAISIBILLINI si è manifestata anche nella proiezione di due video, realizzati da persone che si sono affiancate alle tante che avevano iniziato a “camminare” 9 mesi fa: da un lato Gianfranco Mancini, esperto fotografo di Montegranaro che ha realizzato una lunga serie di interviste a produttori, imprenditori e amministratori dei Sibillini; dall’altro Eddy Bucci, un giovane che dopo le scosse di ottobre non ha esitato a raggiungere i luoghi colpiti e a dare il via ad una narrazione fotografica molto suggestiva.
Altri frammenti, insomma. Frammenti vivi e ostinati. Nell’andare. E nel ritornare per cambiare i nostri occhi.

ANDREA BRACONI

FOTO DI DANNY VEROLI