L’anno sta per chiudersi, ma c’è ancora tempo per catturare istantanee ed emozioni. E lo facciamo tornando in quei Comuni maggiormente colpiti dal terremoto, per condividere la reale sensazione che quell’assordante silenzio piombato dopo le scosse del 26 e 30 ottobre sta lasciando spazio a un crogiolo di voci e rumori che, lentamente, riconsegnano alla quotidianità i suoi elementi essenziali.

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Un ritmo cadenzato dai primi passi di una ricostruzione che vedrà la luce soltanto con l’arrivo della primavera, ma che intanto prova a rimettere al centro un tema cruciale: questa porzione di Marche non ha alcuna intenzione di smettere di respirare, fedelmente abbracciata alle sue montagne cariche di suggestioni.

Ecco allora che nasce spontaneo il desiderio di raccontare come – anche durante le feste natalizie – sia possibile raggiungere questi luoghi ed ammirarne l’incanto. Sì, perché possiamo ancora decidere di visitare il Maceratese, muovendoci tra Belforte del Chienti, Caldarola Cessapalombo, Caporotondo di Fiastrone e Serrapetrona. Con tutte le precauzioni del caso, sia chiaro, e consultando le informazioni sui tratti dalla viabilità compromessa e sulle zone rosse da evitare. Ma vivere questi borghi si può. Anzi si deve.

Proviamoci. Potremmo partire proprio dal centro storico di Belforte del Chienti, ammirando il Polittico di Giovanni Boccati nella Chiesa di Sant’Eustachio. Scendendo, raggiungeremmo la Chiesa sconsacrata di San Sebastiano, pronta a rivelarci i suoi affreschi trecenteschi, ed il MIDAC, il Museo Internazionale Dinamico di Arte Contemporanea. E non potremmo certo tirar dritto davanti a Palazzo Bonfranceschi, dimora storica riconvertita in bed&breakfast che, al momento, ospita alcuni cittadini rimasti senza abitazione a causa del sisma.

E qualora l’appetito diventasse ingestibile, potremmo subito placarlo nell’azienda Di Pietrantonio con il suo tripudio di formaggi e qualche richiamo al sapore della tipica coppa marchigiana.

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Processed with VSCO with f2 presetSoddisfatto il palato, perché non spostarsi a Serrapetrona, in un percorso tra arte e gusto? Prima la Chiesa di San Francesco con il Polittico di Lorenzo d’Alessandro e di seguito Palazzo Claudi, a scoprire lo scheletro di un Prosaurolophus (sì, un dinosauro “misteriosamente” transitato dagli States ai Sibillini) e la singolare storia della famiglia Claudi, legata ad una serie di invenzioni; proseguendo, non potrà mancare la degustazione della Vernaccia di Lanfranco Quacquarini, storico produttore legato ad una tradizione che sa anche interpretare il gusto contemporaneo.

Caldarola è il Comune con le ferite più evidenti, ma la frazione di Pievefavera sarebbe uno di quegli angoli capaci di rubare il cuore, con quel suo castello del XIII secolo (purtroppo ammirabile solo dall’esterno), un centro storico che sembra aver retto al colpo ed un panorama verso i riflessi del lago di Caccamo.

Chilometro dopo chilometro, curva dopo curva, si potrebbe salire verso Contrada Castello di Cessapalombo per raggiungere l’azienda agricola Maurizi Luigino e perdersi tra i sapori delle confetture e poi i legumi, i salumi e le carni… concedendosi qualche minuto in più per comprendere ogni stilla di fatica racchiusa dentro un pistillo di zafferano.

Processed with VSCO with f2 presetSulla via del ritorno, sempre piena di tentazioni, l’istinto suggerirebbe di imboccare una stradina dalle parti di Contrada Colvenale di Camporotondo, che porta dritta dritta all’agriturismo biologico “Al respiro del bosco”, un’eccellenza creata da una famiglia veneta che, come molte altre, ha scelto la nostra regione per ricominciare.

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Processed with VSCO with f2 presetEcco, ricominciare: il verbo perfetto per ispirare e far viaggiare la curiosità verso questi magnifici “contenitori” di arte, storia e gusto. Luoghi dove al futuro gli abitanti cominciano a dare del tu. 

(Un ringraziamento a Erika Carassai e Ciro Gentile, che si sono prodigati nell’organizzazione del media tour #5BORGHIDASCOPRIRE, svoltosi lo scorso 10 dicembre in questi Comuni. E un grazie anche ai bloggers e agli instagramers che hanno contribuito a riaccendere una luce dopo la paura. In particolare, Chiara Palmieri e Vissia Lucarelli per aver concesso alcune immagini dei luoghi visitati)

Testo e foto di Andrea Braconi